Possibile creare qualcosa di straordinario senza usare strumenti o attrezzi, affidandosi unicamente alle mani e a un semplice foglio di carta? Se conosci gli origami, sai già la risposta. Quest’antica arte giapponese affonda le sue radici nel passato: si racconta che sia nata intorno al 610 d.C., quando un monaco buddista cinese di nome Dokyo, prigioniero dei giapponesi, fu costretto a rivelare il segreto della produzione della carta.
Unendo tradizione e immaginazione, oggi esploreremo il mondo degli origami: da dove provengono, che significato hanno e quali benefici possono offrire, soprattutto a livello mentale. Non mancheranno idee pratiche e suggerimenti creativi per cimentarsi nella realizzazione di queste piccole opere d’arte fatte di pieghe.
Origami: cosa sono?
Il termine “origami” deriva dalla fusione di due parole giapponesi: Oru (piegare) e Kami (carta), quindi significa “piegare la carta”. Ma può anche essere inteso come “oggetto piegato”. Curiosamente, kami in giapponese significa anche “divinità”, il che conferisce un’aura spirituale a questo materiale, ritenuto un mezzo attraverso cui l’uomo può connettersi al divino.
Chiunque può avvicinarsi all’arte dell’origami. Esistono modelli semplici, adatti a bambini e principianti, e composizioni più complesse che richiedono precisione e abilità. Lo scopo è ottenere figure tridimensionali piegando uno o più fogli seguendo regole precise, senza fare uso di colla o forbici.
Si tratta di un’attività accessibile a tutti, economica, educativa e praticabile ovunque.
Le origini dell’arte dell’Origami
Come già anticipato, la storia dell’origami ha origini antichissime e si intreccia con l’invenzione della carta. In Giappone questa pratica è considerata quasi sacra e nel tempo è riuscita a diffondersi anche in Occidente. Proprio gli scambi culturali tra Oriente e Occidente hanno favorito la nascita di nuovi stili e modelli.

La carta nacque in Cina circa 2000 anni fa, ma testimonianze di supporti simili sono presenti anche in Grecia (200 a.C.) e a Roma (300 a.C.). Lungo i secoli, si è diffusa in tutta Europa. Tra il XIX e il XX secolo, i kindergarten (scuole dell’infanzia) hanno avuto un ruolo decisivo nel far conoscere gli origami al mondo, portando anche i giapponesi ad adattarsi al gusto occidentale introducendo carte colorate e quadrate.
In precedenza chiamati “paper folding” in inglese, “pajarita” in spagnolo e “papierfalten” in tedesco, solo in seguito si affermò universalmente il termine “origami”. Il primo libro interamente dedicato all’argomento fu pubblicato nel 1928, intitolato Fun with Paperfolding, seguito nel 1956 da Paper Magic. Queste opere ispirarono Josef Albers, designer e teorico del Bauhaus, a elaborare la prima teoria moderna degli origami.
Il legame dell’origami con lo shintoismo, religione giapponese animista, è profondo: entrambi condividono l’idea di trasformazione e ciclicità. Così come il tempo scorre, trasformando tutto, anche la carta cambia forma, assumendo nuove sembianze attraverso le piegature.
Origami benessere: una pratica che fa bene
In Giappone, l’origami ha un significato spirituale e simbolico molto radicato. Ogni piega è necessaria per arrivare alla figura finale: saltarne una comprometterebbe il risultato. La trasformazione del foglio è continua, progressiva.
Nonostante la carta sia un materiale modesto, è da questa semplicità che prendono vita creazioni sorprendenti. Il messaggio di fondo è uno dei capisaldi della filosofia orientale: tutto si evolve, nulla è immutabile.
Piegare la carta favorisce la calma, la concentrazione, stimola l’estro creativo e rafforza la capacità di osservazione e precisione. È un’attività che rilassa la mente, insegna la pazienza e aiuta a sviluppare un senso estetico armonico. Inoltre, aiuta a distogliere l’attenzione da pensieri negativi, offrendo un’esperienza gratificante e rigenerante.
Materiali necessari per iniziare
Per dedicarsi all’origami serve solo una cosa: carta. Ma non una qualsiasi. Ecco alcuni consigli per sceglierla al meglio:
- Deve essere resistente, ma anche facile da modellare, in modo da sopportare numerose pieghe senza rompersi.
- Le pieghe devono essere precise: per questo serve una grammatura media, né troppo sottile né troppo spessa.
- È importante che la carta sia colorata in massa (cioè non solo superficialmente) e che venga utilizzato pigmento di alta qualità, per evitare crepe o scolorimenti.
- La superficie deve essere liscia, uniforme e facile da lavorare.
Una carta ottima per iniziare è la Canson Vivaldi, disponibile in tanti colori e nei formati A4 e A3 (da tagliare in quadrati per le pieghe). È perfetta perché mantiene le pieghe e la forma in modo eccellente. Ricorda: nella tradizione giapponese non si usano né forbici né colla, quindi la qualità della carta è fondamentale.
LE FORME PIÙ FAMOSE E GLI ORIGAMI DECORATIVI
Alcuni origami sono così ben fatti da sembrare veri oggetti da collezione. Tra i più famosi ci sono:
- Le scatole, pratiche come portaoggetti o per confezionare piccoli doni
- I fiori, dalle forme delicate e decorative
- Gli animali, come la rana (simbolo di viaggio) e la gru, icona universale di pace e prosperità, spesso regalata come augurio di salute e fortuna.
Esistono poi origami ornamentali, perfetti per decorare la casa, arricchire una festa o impreziosire un biglietto d’auguri con un tocco originale e creativo.
Vedi anche : Origami Natalizi







